martedì 24 giugno 2008

Pedoni Pedoni Torpedoni (Pedalanti Pedicure)



Strada più o meno deserta. Sera. Cammino con un'amica, conversazione. Attraversiamo una strada, a quella perpendicolare il semaforo per i pedoni da verde diventa arancio. Medito.
Decido di attraversare e infatti parto che è rosso. La mia amica mi ha seguito. Ci guardiamo negli occhi, grossomodo è l'emblema della mia vita...

lunedì 16 giugno 2008

Bis





















La coperta troppo corta

La grande carnevalata della Fao si è chiusa il 6 giugno (dopo avere intasato Roma per tre giorni) con la risibile e irresponsabile promessa di vincere la fame nel mondo entro il 2050. Speriamo che prima venga chiusa la Fao. Perché i discorsi seri si fanno altrove: tra poco, il 16 e 17 giugno, al convegno indetto dalla fondazione Aurelio Peccei per celebrare il 40˚anniversario del Club di Roma. Siccome risulta che moltissimi italiani non sanno nemmeno che cosa festeggiano il 2 Giugno, ricorderò che Peccei fu il primo «profeta » della impossibilità di una crescita illimitata del pianeta Terra, così come due secoli fa il bravo abate Malthus fu il primo a intravedere la «bomba demografica ». Oggi Malthus viene molto irriso da chi non lo ha letto. Eppure in principio aveva ragione. Calcolò che mentre la popolazione poteva crescere in progressione geometrica (1, 2, 4, 8), la produzione agricola può solo crescere in progressione aritmetica (1, 2, 3, 4). Ma Malthus non riteneva che questa crescita geometrica della popolazione sarebbe mai avvenuta: lo impediva, appunto, la fame. D'altra parte il suo Saggio sul principio di popolazione usciva nel 1798, prima della rivoluzione industriale. Ed è l'agricoltura meccanizzata, che Malthus non poteva prevedere, che ha rinviato di due secoli la resa dei conti. Ma ora ci siamo.

La preoccupazione di Peccei e del Club di Roma fu diversa: segnalava l'imminente venir meno delle risorse naturali, e segnatamente del petrolio. Si capisce, consumiamo troppo perché siamo in troppi. Ma nel 1972, quando uscì il primo rapporto, I limiti dello sviluppo, la popolazione mondiale era di 3 miliardi e 850 milioni. Vi rendete conto? In meno di quaranta anni si è quasi raddoppiata. Così oggi la preoccupazione primaria diventa quella del riscaldamento della Terra e dell'impazzimento del clima. Riscaldamento perché? Anche se è vero che la Terra ha sempre avuto cicli di glaciazione seguiti da riscaldamenti, una stragrande maggioranza di esperti ritiene che nessun ciclo astronomico possa spiegare la velocità, intensità e frequenza delle nostre variazioni climatiche; e dunque ritiene che il disastro ecologico che ci aspetta sia causato dall'uomo e dal sovraffollamento del nostro pianeta. Non occorre una intelligenza straordinaria per capire che tutti i suddetti fattori — popolazione, esaurimento delle materie prime (e dell'acqua), sconquasso del clima — afferiscono al problema della fame. Ma gli intelligentoni delle Nazioni Unite, della Fao, e anche dei media, preferiscono scoprire, invece, che la colpa è dei biocarburanti che tolgono terreno alla agricoltura alimentare. Ma se senza mangiare si muore, anche senza petrolio si muore. L'agricoltura è meccanizzata, e cioè va a nafta; e così i pescherecci e le navi che trasportano il cibo. Alla fin fine nel nostro mondo tutto richiede energia largamente generata dal petrolio. Scrivevo poco fa che oramai viviamo su una coperta troppo corta che se tirata da una parte lascia scoperta un'altra parte. Con questo giochino non si risolve nulla e si aggravano i problemi.


Giovanni Sartori sul Corriere di oggi

domenica 15 giugno 2008

iiiiiiiiiiiiiiiiiiihhhhhhhh


perchè le dirigenze vaticane non sono minimamente turbate dal problema della bomba demogafica? perchè, a differenza dei loro colleghi barocchi, non hanno figli. (credo)
vedi, il gene egoista




[...] La fame che viene - che nei Tropici Tristi ha da tempo grinta di sterminatrice- ha nome Bocche, bocche in soprannumero su un pianeta esausto, così intelligentemente sfruttato da allargare sempre più gli spazi della morte. E qui il grande Thomas Malthus, l'aborrito dai cattolici e dai marxisti, dai keynesiani e da ogni varietà di orbi, nei fatti è il teorico vittorioso: oltre un certo limite demografico, le risorse non bastano più. A lui erano presenti le carestie classiche (e neppure, nel 1798, la miseria famelica delle classi operaie sfruttate a morte nel secolo vittoriano): oggi la spettralità delle bocche di fame è fatta dall'enormità degli sprechi e delle derrate contaminate, dalla quantità di cereali deviata dall'alimentazione umana principale verso l'allevamento intensivo superfluo degli sventurati bovini, e sempre più lo sarà per la criminale, delirante trasformazione dei cereali in energia surrogatrice del petrolio e del nucleare (e del solare direi).
Qualcosa di satanico c'è nello sbarramento mentale posto a una verità così semplice, così umana. Vorrebbero (a chiacchiere , si capisce) limitare le morti, e questo là dove l'unico modo di sottrarsi a una malnutrizione feroce è il morire di Aids e di ebola o di malaria ( e di guerre civili), ma di contenibilità demografica guai a parlarne! Nessun limite alla bomba biologica, nessun limite al coniglismo religioso, nessun alt alla bestiale indifferenza maschile alle gravidanze ininterrotte delle mogli. "Hanno fame!", implora il padre di dieci creature iponutrite davanti alle tette grinze e agli sguardi inebetiti di quelle povere pance gobbe. Hanno fame certo, ma sei sicuro, nel loro martirio, tu proprio, imbecille, di non entrarci niente? Quale isolato benemerito di volontariati avrà pur parlato a te di preservativi, e alle tue donne sugerito come mettere un freno ai tuoi decerebrati spermini? Alla Fao non c'ero, ma dai resoconti l'argomento tabù (più nascite uguale più fame) era rigorosamente assente. Qualcosa di oscuro, di satanico, c'è in questo pertinace silenzio. [...]

Guido Ceronetti
sul vertice Fao, ilsole24ore di oggi

http://www.luigidemarchi.it/

http://montebellobio.com/pagina.asp?pag=12 (dove va in vacanza Ceronetti, invece che andare ad incazzarsi al vertice Fao...